La coltivazione olive in Calabria ha una tradizione antica. Pensateci, cos’è che distingue la Calabria dalle altre regioni d’Italia? L’ospitalità? Il mare? I paesaggi incontaminati? In una regione come la nostra, dove pro e contro, purtroppo o per fortuna si bilanciano, la risposta che diamo noi è tradizione. Nelle aziende dove periodicamente effettuiamo perizie, diamo supporto e assistenza tecnica a tutela dei lavoratori agricoli, vediamo ogni volta l’impegno e la cura degli agricoltori per custodire e mantenere vivi i prodotti che rappresentano da sempre la nostra terra, tra questi le olive.
Nonostante le difficoltà che il settore spesso attraversa, gli agricoltori coltivano con costanza e dedizione per regalarci sapori autentici. Per questo sono da ammirare, come scriveva Plinio il Vecchio: “L’olio è una necessità assoluta e l’uomo non ha sbagliato nel dedicare i suoi sforzi per ottenerlo”, noi lo facciamo da secoli. Nel caso della Calabria é ancor di più una necessità, perché alla produzione di olio si lega l’economia di un’intera regione.
I numeri dell’olivicoltura in Calabria
Introdotta dai Greci, l’olivicoltura ha valorizzato nel corso dei secoli vaste aree poco adatte a ospitare altre colture, assumendo una rilevante importanza per la nostra economia. Stando a recenti dati messi a disposizione della Regione, rappresenta oltre un quarto del valore totale della produzione agricola regionale. Basta guardarsi intorno per rendersene conto: sui versanti jonico e tirrenico e nelle zone interne, gli uliveti caratterizzano la maggior parte dei nostri paesaggi, sono il simbolo di una delle nostre più antiche tradizioni.
La Calabria è la seconda regione olivicola italiana per produzione di olive e di olio in Italia e con 67.482 ettari (valore al 2017) è al secondo posto per superficie olivicola bio nel territorio nazionale. Eppure rischiamo oltre che di perdere posizione di rinunciare passivamente ad una ricchezza naturale che ci rende unici. Come riporta il Corriere della Calabria in base al report diffuso dall’istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea) la produzione è passata da 71.157 tonnellate dello scorso anno ad appena 16.659 tonnellate della campagna 2018-2019.
I rischi per i nostri uliveti
A mettere a dura prova le produzioni di olive calabresi gli eventi meteorologici degli ultimi anni che si aggiungono alla già difficile situazione del settore olivicolo. I principali rischi per i nostri uliveti sono dovuti in particolare a vento forte e grandine. Quali danni possono causare? Se il vento può causare una caduta delle drupe prematura e generare quindi una mancata resa, la grandine può influire sulle produzioni IGP di olio extra vergine d’oliva per il quale la Calabria vanta diversi primati. Quando la grandine colpisce le olive, infatti, i danni arrecati alle drupe comportano una ridotta quantità di acido oleico che corrisponde a una minore qualità.
Come preservare le nostre coltivazioni
Per preservare i nostri raccolti è necessario un cambiamento di mentalità, bisogna che le scelte siano pianificate in relazione all’ambiente e ai mutamenti climatici. Per questo è importante assicurarsi. Proteggere i raccolti da calamità come grandine e vento forte è possibile. Le nostre garanzie decorrono dalla allegaggione e terminano, a seconda delle diverse compagnie, il 31 dicembre. Difendiamo le nostre tradizioni prima che sia troppo tardi.
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