In una regione come la Calabria dove l’agricoltura e l’allevamento rappresentano la fonte principale per l’economia, anticipare eventuali fattori di rischio e creare strumenti per affrontarli, è necessario per preservare il patrimonio genetico di tutto il territorio.
Rientra tra questi fattori la spesa per lo smaltimento delle carcasse che tocca da vicino soprattutto gli allevamenti intensivi.
Cosa significa allevamento intensivo
Per allevamento intensivo si intende qualsiasi tipo di allevamento industriale dal quale si ricavano latte, carne, uova e prodotti caseari per la grande distribuzione. Gli allevamenti intensivi devono rispettare una serie di parametri importanti per il benessere e lo stato etologico degli animali.
Allevamenti intensivi in Calabria
Nel caso degli allevamenti, il 2022 è stato un anno impegnativo per i produttori calabresi in termini di spesa. Hanno influito sull’andamento di tutto il comparto zootecnico e principalmente sulle produzioni, gli effetti dei cambiamenti climatici sul bestiame, il rincaro dei costi energetici e delle materie prime. In particolare l’aumento del foraggio del 22%, dei mangimi semplici, arrivato a +17% e di quelli composti a +15%. Alcuni allevatori sono scesi in piazza lo scorso febbraio per denunciare la situazione, facendosi portavoce di tutto il settore, dove sono oltre trentamila le persone impiegate.
Allevatori in piazza contro l’aumento dei prezzi
Tipologie di allevamenti e il problema delle carcasse
In Calabria si allevano principalmente bovini, bovini da latte e ovicaprini. Sul territorio contiamo circa cinquemila allevamenti di bovini e settemila di ovicaprini. Ma come vengono smaltite le carcasse?
Se per gli allevamenti tradizionali lo smaltimento non incide sulla spesa aziendale, per gli allevamenti intensivi degli animali da latte può incidere e come.
Soprattutto nei comuni montani, le carcasse possono essere interrate. Parliamo di numeri bassi che permettono una simile pratica. Per gli allevamenti intensivi, dove il numero di capi supera anche le tremila unità, il discorso è diverso. Se un’azienda registra perdite di bestiame il ricorso a raccoglitori è obbligatorio, qualunque sia la causa.
La raccolta e lo smaltimento hanno un costo elevato dovuto anche alla mancanza di smaltitori in Calabria. Il centro a noi più vicino è infatti in Campania.
Cosa fare per smaltire le carcasse di animali da latte
Anche quest’anno il nostro Consorzio, in partnership con Cattolica Assicurazioni, ha attivato la polizza per lo smaltimento carcasse.
Cosa prevede? In base al numero di capi abbattuti o deceduti l’anno precedente per una qualsiasi causa (cadute, complicanze durante il parto, malattie) l’azienda può contare su una polizza che permette di smaltire in modo regolare le carcasse. Il premio viene calcolato in base alla spesa dell’anno precedente ed è contribuita al 50%.
A seconda delle specie animali possedute è possibile assicurarsi fino al 30 agosto o al fino al 31 ottobre.