In un settore dinamico e talvolta imprevedibile come quello agricolo, proteggere il proprio lavoro diventa fondamentale. Qui entra in gioco il sistema assicurativo con strumenti necessari per la tutela delle imprese alcuni dei quali, però, fanno fatica ad essere compresi, come quello di cui parliamo oggi. Si tratta di uno strumento spesso frainteso eppure essenziale nel mondo delle assicurazioni agricole: la franchigia.
Intesa da molti solo come una detrazione al risarcimento e quindi come un costo aggiuntivo la franchigia, in realtà, è un investimento per la crescita e sostenibilità della propria azienda e anche del settore agricolo.
Cos’è la franchigia?
La franchigia è la parte del danno che rimane a carico dell’assicurato e non viene risarcita dalla compagnia assicurativa. In altre parole, se si verifica un sinistro, l’importo della franchigia viene detratto dal danno totale. Ad esempio, se un agricoltore subisce un danno di 1.000 euro e ha una franchigia di 200 euro, l’assicurazione rimborserà solo 800 euro. Per alcune polizze tra cui quelle agevolate dei rischi agricoli legati alle avversità atmosferiche la franchigia funziona diversamente, è una percentuale fissa di detrazione, tipicamente 10%, 15%, 20% o 30%). Il rimborso è dato dalla differenza tra la percentuale di danno e la percentuale di franchigia. Ad esempio se un agricoltore subisce un danno del 30% sulla sua produzione e la polizza prevede una franchigia del 20%, l’assicurazione rimborserà solo il 10% del danno della produzione (ovvero la differenza tra la percentuale di danno effettivo e la franchigia).
Franchigia e scoperto: qual è la differenza?
È bene distinguere il concetto di franchigia da quello di scoperto, poiché entrambi influenzano l’importo che la persona assicurata riceve in caso di sinistro. Lo scoperto è una percentuale del danno che resta a carico dell’assicurato dopo il pagamento della franchigia. Riprendendo gli esempi precedenti se al danno da 1.000 euro con franchigia al 20% si aggiunge il 10% di scoperto il calcolo dell’indennizzo seguirà questi passaggi:
- Si sottrae la franchigia: 1.000 – 200 = 800 euro
- Si calcola lo scoperto del 10% su 800 euro: 80 euro
- L’indennizzo finale sarà: 800 – 80 = 720 euro
Per il nostro settore, invece, nel caso in cui alla franchigia assicurativa agricola si aggiunge lo scoperto, ipotizzando uno scoperto del 10%, il rimborso avverrà in questi termini:
- Prima si sottrae la franchigia: 30% (danno) – 20% (franchigia) = 10%
- Poi si applica lo scoperto del 10% sull’importo risultante: 10% – (10% × 10%) = 9%
Il valore nascosto della franchigia
Quando si sottoscrive una polizza con franchigia, non si acquista solo una protezione, si entra in un accordo di responsabilità condivisa tra impresa, agricola in questo caso, e compagnia assicurativa. È come se la franchigia fosse una sorta di filtro di qualità. La sua presenza garantisce, infatti, diversi vantaggi:
- Premi assicurativi più contenuti: la condivisione del rischio permette alle compagnie di offrire tariffe più competitive.
- Maggiore efficienza nella gestione dei sinistri: concentrando le risorse sui danni più significativi, si ha una gestione più rapida ed efficace delle pratiche davvero importanti.
- Responsabilizzazione nella prevenzione: sapere di dover coprire una parte del danno incentiva l’adozione di migliori pratiche agricole e di prevenzione.
- Accesso a contributi pubblici: questi spesso prevedono agevolazioni per le polizze assicurative che includono una franchigia, in quanto queste garantiscono un maggiore equilibrio tra responsabilità individuale e sostegno pubblico.
Impatto sui costi della polizza
L’inclusione di una franchigia nella polizza può portare a una riduzione del premio assicurativo. Maggiore è l’importo della franchigia, minore sarà il costo della polizza. Questo può essere vantaggioso per gli agricoltori che desiderano contenere i costi, ma implica anche una maggiore responsabilità in caso di sinistro.
La gestione dei sinistri
La franchigia influisce sulla gestione dei danni. Gli agricoltori devono valutare attentamente se il danno subito supera l’importo della franchigia prima di presentare un reclamo. In caso contrario, il danno rimarrà a loro carico. Questa dinamica incoraggia gli agricoltori a considerare la prevenzione e a investire in misure protettive per ridurre il rischio di danni significativi.
L’incentivo alla prevenzione
Con una franchigia, gli agricoltori sono incentivati a prendere misure preventive per proteggere le loro coltivazioni e il loro bestiame. Sapendo che una parte del danno non sarà coperta dall’assicurazione, possono investire in pratiche agricole più sicure e in tecnologie di protezione contro eventi atmosferici avversi.
Accesso a contributi pubblici
Le polizze con franchigia possono essere abbinate a contributi pubblici, come quelli previsti dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR). Questi aiuti possono coprire una parte significativa del premio assicurativo, rendendo la protezione ancora più accessibile per gli agricoltori.
La franchigia nelle assicurazioni agricole
Nel settore agricolo, la franchigia assume un ruolo ancora più strategico. Le nostre colture sono esposte a rischi continui: gelate, grandine, siccità, alluvioni. Un sistema senza franchigia dovrebbe considerare ogni minimo danno, rendendo i costi assicurativi insostenibili e il sistema inefficiente.
La franchigia permette di mantenere il premio assicurativo annuale a livelli accessibili e preservare, quindi, la sostenibilità del sistema assicurativo nel lungo periodo. È uno strumento di equilibrio non di ostacolo, il punto d’incontro tra la necessità di protezione dell’agricoltore e la sostenibilità del sistema assicurativo che ci ricorda come la migliore tutela è quella dove l’impegno è condiviso.
Come Consorzio di difesa delle produzioni agricole in Calabria, crediamo che comprendere il ruolo della franchigia sia fondamentale per le imprese per fare scelte assicurative consapevoli. Si tratta di partecipare attivamente a un sistema che tutela il futuro dell’agricoltura calabrese!
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