Le pesche sono tra i frutti che più rimandano all’estate. Pesche gialle, pesche bianche, nettarine, percoche, pesche merendelle, tabacchiere, ne coltiviamo di ogni tipo in Calabria.
Al solo pensiero di quel gusto fresco e succoso l’accostamento con la calda stagione, il mare, è automatico.
Negli ultimi anni abbiamo constatato con gli agricoltori che la produzione è cambiata, per certi versi si è evoluta. Quelle tipologie di pesche che prima erano precoci o tardive oggi sono sia precoci che tardive! E così ci ritroviamo già a giugno a mangiare frutti come le “percoche”, con qualche mese di anticipo, il che non ci dispiace. Tuttavia, proprio quello che ha determinato l’alterazione del ciclo di vita di alcune varietà, ha nello stesso tempo causato la perdita quantitativa dei frutti.
In Calabria la raccolta è iniziata da poche settimane, in concomitanza di un’ondata di maltempo che da nord a sud ha provocato molti danni ai raccolti di tutta Italia. Come ha sottolineato Coldiretti “Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma. Con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. Con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.”
Pur non essendo state colpite dagli ultimi eventi di giugno – nubifragi, allagamenti, frane e grandine che invece si sono concentrati nel centro-nord – le produzioni calabresi di pesche hanno comunque subito un forte calo.
Cos’è successo quest’anno alle nostre pesche?
A causare la diminuzione della resa in Calabria proprio i cambiamenti climatici. Parliamo della siccità autunnale, del mancato freddo invernale, dell’eccessiva umidità durante la fioritura e degli sbalzi termici che si verificano a primavera. A questo si aggiunge l’alternanza di produzione, la risposta fisiologica degli alberi per contrastare lo stress a cui sono sottoposti dalla natura. Quest’anno è, infatti, l’anno di “scarica” e i numeri delle pesche sono scesi rispetto allo scorso anno, di “carica”.
Per il prossimo anno possiamo giocare d’anticipo, insieme. C’è tempo fino al 30 giugno per assicurasi con Condifesa Calabria.