Il cambiamento climatico permette la messa a dimora di piante, e la produzione di frutti, impensabile fino a qualche anno fa. Questo vale anche per la Calabria. Ne sono un esempio la frutta subtropicale, come kiwi e annona, e tropicale (pinta avocado, mango e papaia) le cui coltivazioni iniziano ad essere incentivate.
Nel 2021 la Regione Calabria ha stanziato 16 milioni di euro per interventi di nuovi impianti e reimpianti arborei di frutta tropicale, subtropicale e piccoli frutti (mirtilli, lamponi, more e ribes) per dare supporto alle aziende nell’affrontare i cambiamenti climatici.
Kiwi e avocado in Calabria? Chi l’avrebbe detto. Eppure proprio sul nostro territorio ci sono imprese che basandosi su dati e statistiche, hanno rotto gli schemi molto tempo prima. Hanno destinato a un altro tipo di agricoltura la loro terra per salvare le produzioni e mantenere la resa del terreno.
Tra queste, l’azienda di Giuseppe Marafioti. Un imprenditore che dal 2000 ha fatto scelte importanti e coraggiose perché la sua terra desse sempre frutti. Anche quando questo ha significato seguire il tempo, il clima, cambiare frutti. In vent’anni ha convertito le sue produzioni di agrumi, prima con i kiwi e poi con l’avocado, e non ha mai smesso di credere nell’agricoltura.
Giuseppe, come ha iniziato?
Nel 2000 ho deciso di creare una mia azienda in parallelo con quella di famiglia. L’azienda di mio nonno produce olio Giacco dal 1936. Io ho iniziato producendo agrumi finché una decina di anni dopo, con la crisi delle arance e monitorando i cambiamenti climatici mi sono chiesto quale frutto potesse funzionare.
Perché proprio l’avocado?
È successo che nella campagna vicino alla mia c’erano due piante di avocado, di oltre vent’anni, che avevano fruttificato benissimo. Da lì ho fatto qualche ricerca, era il 2013. Ho scoperto che in Sicilia, alle pendici dell’Etna, la produzione di avocado era già diffusa. E sono partito, per imparare dai produttori già avviati. Come in Sicilia anche qui a Gioia Tauro il clima sarebbe stato ideale per piantare avocado, e ci abbiamo provato.
Oltre ai nuovi impianti di avocado, abbiamo riconvertito gli agrumeti con impianti di kiwi rossi, gialli e verdi.
Quali difficoltà ha incontrato?
Abbiamo due piantagioni di cui una vicino al mare dove avevamo piantato la varietà di avocado Ass. A causa del vento di tramontana abbiamo dovuto convertire la produzione nella varietà Bacon. Con le vendite, invece, non abbiamo mai avuto problemi. L’avocado è un frutto sempre più richiesto.
Esistono diverse varietà di avocado, quali coltivate?
Coltiviamo due varietà, la Bacon e la Ass. Abbiamo scelto la produzione biologica, quindi tutti i prodotti che utilizziamo per la crescita degli alberi e dei frutti sono naturali.

Cosa ha imparato in questi anni dopo aver creato due nuovi impianti, kiwi e avocado, partendo da una terra destinata agli agrumi?
Che l’agricoltura non può stare ferma. Noi non possiamo stare fermi. L’agricoltura è lenta, ha i suoi tempi. Serve studiare quali prodotti impiantare e farlo con un anticipo di almeno tre anni. È il tempo minimo per vedere i frutti, così è stato anche per gli avocado.
Serve, però, credere (di più) nell’agricoltura. Se siamo disposti a cambiare, sperimentare nuove coltivazioni, l’agricoltura è un’attività redditizia come qualsiasi altra, dal punto di vista economico e personale. Dovremmo abbandonare l’idea che un agrumeto resti per sempre un agrumeto, un uliveto sempre un uliveto e l’avocado sempre un avocado. Cambia il clima, cambia la terra e cambia il mercato.
Da produttore a produttore quale consiglio dà a chi vuole impiantare avocado?
Uno: analisi del terreno
Due: analisi dell’acqua
Per esperienza queste sono le due cose che valgono per l’avocado e più in generale per l’avvio di un qualsiasi nuovo impianto. Sono valutazioni che fanno gli agronomi e anche in questo caso bisogna fidarsi e credere un po’ di più in figure come le loro.