L’actinidia commercialmente conosciuta con il nome di kiwi è un frutto sempre più caratterizzante le coltivazioni calabresi. Nonostante sia ormai diffusa dagli anni 60 e nell’ultimo ventennio abbia preso il posto di produzioni rappresentative per la Calabria, come gli agrumi (soprattutto clementine e arance), nell’immaginario comune il kiwi non è un frutto calabrese. E invece sì!
Nelle province di Reggio Calabria, Cosenza, Catanzaro e Vibo Valentia le produzioni si sono così intensificate che la Calabria rientra nella top tre delle regioni produttrici di kiwi per superficie investita. Parliamo di una coltivazione che ha visto aumentare al Centro-Sud le produzioni a ritmi molto più elevati che al Nord. A livello internazionale il primato sulle produzioni spetta, invece, alla Cina, da sempre patria del kiwi. Cambiano, però, sapore e varietà.
Dove cresce l’actinidia in Calabria
E in Calabria? Quali sono le specie principalmente coltivate? Come siamo diventati una delle principali regioni a produrre kiwi?
I motivi sono tre e tutti interconnessi tra loro: i cambiamenti climatici che hanno modificato i nostri terreni e gli habitat vegetativi, la lungimiranza di alcuni imprenditori agricoli che affiancati da esperti agronomi e anticipando le trasformazioni naturali dell’ambiente produttivo hanno messo a dimora frutti subtropicali come il kiwi o tropicali come l’avocado, consapevoli che l’agricoltura non può stare ferma. E le condizioni atmosferiche che hanno permesso la resa qualitativa e quantitativa della piante nel lungo periodo.
Le zone ideali per crescere preferite dall’actinidia, arbusto rampicante caducifoglie, sono:
“terreni profondi, freschi e argillosi, ben aerati, mediamente acidi con un pH intorno al 6.2, nonostante si possa avere una produzione apprezzabile in un intervallo compreso tra 5,6 e 7,5 e ben provvisti di sostanza organica sul 4%. Si dovrebbero prediligere, nella scelta dei luoghi, le zone in leggera pendenza, in maniera tale che, oltre a favorire il drenaggio dell’acqua migliorano il deflusso dell’aria fredda ed agevolano la sua traslocazione verso le aree poste più basse.
Eventuali gelate primaverili in questo modo hanno minor probabilità di essere dannose per gli impianti. L’apporto di sostanza organica agli impianti negli anni precedenti la loro costituzione diviene particolarmente importante per contribuire ad evitare l’insorgenza di attacchi di fitoftora, e per evitare quei fenomeni di “stanchezza”, che difficilmente potrebbero essere eliminati con i soli concimi minerali”.
[Fonte ARSAC]
Per tale ragione la piana di Gioia Tauro, la provincia di Cosenza, Catanzaro e Vibo Valentia sono terreno ideale per i kiwi.
Le tipologie di kiwi maggiormente coltivate
Delle tre specie di actinidia esistenti, Arguta, Chinesis, Deliciosa, in Calabria si coltivano le ultime due: chinesis e deliciosa.
Pur avendo in comune la forma del frutto (la differenze tra le varietà è minima), dei semi (sempre ellissoidali) e le divisioni radiali dello stilo, le cultivar hanno caratteristiche organolettiche e colori differenti. L’Actinidia chinesis ha la buccia color tabacco chiaro e la polpa gialla, l’Actinidia deliciosa, invece, buccia scura e polpa verde.
Di entrambe le specie meritano attenzione le specie di actinidia a polpa rossa e bicolore.
Quando piantare l’actinidia
Per chi volesse mettere a dimora coltivazioni di actinidia il periodo indicato è quello primaverile-autunnale. In genere il tempo medio prima di vedere i frutti è di tre anni.
Per quanto riguarda il clima ideale per l’actinidia è quello temperato – umido con una costanza umidità e pioggia. Nei mesi di dicembre-gennaio, quando la pianta è in completo riposo vegetativo, può sopportare temperature fino a – 10 – 15 °C.
“L’agricoltore che si accinge ad impiantare un actinidieto deve esaminare tutti gli elementi che costituiscono il clima, o meglio il microclima, dell’area prescelta per la coltivazione di questo fruttifero e deve individuare quegli elementi avversi (vento, gelate, grandine ecc.) che hanno una certa frequenza e costanza al fine di impostare un valido sistema di difesa di una pianta che ha precise esigenze.” [Fonte ARSAC]
Nel nostro territorio in particolar modo rappresentano una minaccia per i kiwi le gelate tardive che è bene prevenire con sistemi di difesa sia attiva (ad esempio impianti antibrina) e passiva (le polizze assicurative pensate specificatamente per le coltivazioni calabresi).
Quando raccogliere i kiwi
La raccolta dei kiwi inizia a fine ottobre, ma può protrarsi anche fino a dicembre, in base alle zone in cui cresce. Rispetto alla raccolta le due principali minacce sono il cancro batterico dell’actinidia (PSA) e il maltempo, che indirettamente incide anche sulla proliferazione di agenti patogeni. Il PSA, infatti, può penetrare nella pianta a causa di eventi meteorologici di grave intensità come gelate, grandine e forte vento e la sua diffusione e poi favorita dalle piogge.
“Temperature di -3 -4 °C raggiunte verso la fine di febbraio, al rigonfiamento delle gemme, possono provocare necrosi delle gemme stesse prima, e ai nuovi germogli poi. I danni alla nuova vegetazione risultano ancora maggiori se si verificano delle gelate durante i mesi primaverili”. [Fonte ARSAC]
Ad esempio nel 2021 le piante di actinidia sono state tra le produzioni più colpite dalle gelate primaverili impattando sulla raccolta dei frutti.
Se sei un’impresa agricola, contattaci per difendere le tue produzioni dai cambiamenti climatici.