Siamo portati a credere che siano solo gli eventi estremi a mettere in difficoltà l’agricoltura, come una forte grandinata improvvisa o un’ondata di gelo intensa. In realtà, sono le variazioni climatiche continue e apparentemente impercettibili a generare gli effetti più insidiosi. Agiscono sul microclima e impattano sulle nostre coltivazioni come la goccia d’acqua che cadendo sempre nello stesso punto non spezza la roccia ma la scava, la modella, la cambia appunto.
Allo stesso modo, piccoli sbalzi di temperatura, lievi anomalie nelle precipitazioni o variazioni minime dell’umidità, ripetute e incessanti, seppur non estreme, possono alterare i cicli delle colture, compromettendo la resa e la qualità della produzione. Per questo è fondamentale un nuovo approccio alla gestione del rischio, capace di cogliere e misurare questi cambiamenti, prima che diventino dannosi per le aziende agricole. È qui che entrano in gioco gli indici meteo-climatici, strumenti matematici che ci consentono di monitorare e analizzare i cambiamenti atmosferici e i loro effetti in fasi fenologiche diverse.
Gli indici meteo-climatici: strumenti di analisi e prevenzione
- Esistono diversi tipi di indici meteo-climatici, ognuno dei quali aiuta a comprendere un particolare fenomeno atmosferico:
- Indice di precipitazione standardizzato (SPI – Standardized Precipitation Index): misura la siccità e gli eccessi idrici su diverse scale temporali mensili.
- Indice di ondate di calore standardizzato (SHI – Standardized Heatwave Index): analizza l’intensità e la frequenza delle ondate di calore su base giornaliera.
- Indice di ondate di gelo standardizzato (SCI – Standardized Coldwave Index): monitora la presenza e l’impatto delle ondate di gelo.
- Indice di tempesta di vento standardizzato (SWI – Standardized Windstorm Index): quantifica l’intensità dei fenomeni di vento forte.
L’indice ECI: un approccio multi-rischio
L’Indice Climatico Estremo (ECI) raggruppa i 4 indicatori visti in precedenza che rappresentano variabili climatiche (siccità, ondate di calore, gelate, vento forte) per fornire una valutazione complessiva del rischio climatico su un determinato territorio.
Permette di valutare la gravità dei singoli eventi estremi e delle loro combinazioni e di differenziare i rischi in base alle fasi fenologiche delle piante, ovvero i diversi stadi di sviluppo che attraversano durante il loro ciclo vitale.
La gestione del rischio basata su indici combinati è parte di un progetto sviluppato e portato avanti dal Condifesa Calabria, in collaborazione con i condifesa del Sud Italia, Università ed enti di ricerca. Attraverso la ricerca di finanziamenti pubblici si potrebbero testare questi indici su diverse colture: vite, olivi, ortaggi, frutta e seminativi.
Gli indici combinati sono in grado di fornire un’analisi dettagliata e accurata dei rischi climatici in funzione delle fasi di crescita delle piante. Ci permettono di comprendere le concause tra eventi climatici diversi e il loro impatto su una determinata coltura. Il mancato freddo invernale, un’ondata di calore in primavera o in autunno, una prolungata esposizione a umidità elevata o una leggera ma costante variazione della temperatura possono incidere sulle rese.
Non possiamo più ragionare solo in termini di eventi estremi. Il cambiamento climatico non si manifesta solo con picchi violenti, ma con un’alterazione continua e spesso repentina delle condizioni ambientali che modifica il microclima e influenza il comportamento e lo sviluppo delle colture per come le conosciamo. Se è vero che non possiamo fermare i cambiamenti climatici e impedire che si verifichino eventi estremi, è altrettanto vero però che possiamo mitigare i piccoli effetti che hanno un forte impatto. Come? Con strumenti di gestione del rischio che aiutano le imprese nel breve e nel medio periodo a poter agire per trovare soluzioni nel lungo periodo.
Come Condifesa Calabria ci auguriamo che presto la fase sperimentale della gestione del rischio basata su indici meteo-climatici combinati diventi operativa accanto alle attuali forme di difesa passiva. L’obiettivo è sempre quello di mettere al centro le produzioni e il lavoro delle imprese agricole del nostro territorio.
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