Cosa significa agricoltura estensiva? Com’è cambiato nel tempo l’approccio a questa tipologia di coltivazione? Proviamo a rispondere a queste domande con uno sguardo alla nostra Calabria in cui il perpetuarsi prolungato del latifondismo rispetto al resto d’Italia ha influenzato la sua diffusione e lo sviluppo dell’imprenditoria agricola.
Che cos’è l’agricoltura estensiva
L’agricoltura estensiva per sua definizione ha carattere aperto, ha bisogno di superfici estese e cerca di massimizzare la produzione senza utilizzare troppo macchine e fertilizzanti. È un tipo di agricoltura incentrata sull’uso delle risorse naturali e dei grandi campi di coltivazione.
è l’insieme di tecniche agronomiche che tende ad ottenere il massimo di produzione per unità di persona impiegata. Per questo motivo le rese per unità possono essere basse, ma il profitto è assicurato dalla vastità dei terreni messi a coltura. [Wiki_agricoltura estensiva]
Nell’agricoltura estensiva vengono utilizzati esclusivamente gli elementi disponibili in natura.
Per questo motivo la sua redditività è certamente minore rispetto a sistemi agricoli che sfruttano completamente la terra impiegando strumenti e macchinari per la coltivazione e il mantenimento delle rese. Tuttavia tale aspetto, non ne rappresenta un difetto. La terra così facendo riceve cure naturali mantenendo le sue caratteristiche e preservando la tipicità dei prodotti.
Caratteristiche dell’agricoltura estensiva
Una delle caratteristiche dell’agricoltura estensiva è quella di alternare le colture garantendo la possibilità di dedicare una parte dell’appezzamento a foraggio per alimentare il bestiame in maniera naturale. Oppure metterne una parte a riposo, a maggese, per favorire la fertilità della terra.
Nell’antica Roma
L’agricoltura estensiva risale all’antica Roma. Erano coltivazioni estensive i latifondi diffusi perlopiù nel Mezzogiorno d’Italia dove, come detto in precedenza, hanno segnato l’impostazione del sistema agricolo in alcune regioni, compresa la nostra.
Possedere un latifondo significava appartenere all’aristocrazia, era sinonimo di ricchezza, ma nello stesso tempo di profonda disparità sociale tra i contadini che lavoravano nei campi e i proprietari terrieri. Inoltre, le zone paludose delle coltivazioni estensive erano la causa principale di malaria.
Allora come oggi i contadini dovevano fare i conti con l’instabilità meteorologica.
Dopo le riforme del secolo scorso
Le riforme agrarie del secondo dopoguerra hanno cercato di cambiare la situazione della popolazione contadina alle dipendenze dei padroni, con l’assegnazione di quote di terreni demaniali. Un intento nobile, quello di voler dare dignità ai contadini, che però presentava alcuni limiti evidenti:
le piccole dimensioni. Le quote assegnate erano di piccole dimensioni e a stento coprivano il fabbisogno familiare e i contadini non avevano la propensione all’aggregazione.
Le successioni ampliarono il fenomeno della polverizzazione dei fondi a discapito dell’agricoltura estensiva con ripercussioni fino ai giorni nostri, soprattutto nel nostro Sud. Qui l’agricoltura estensiva e il tessuto imprenditoriale hanno iniziato in ritardo rispetto alle altre regioni d’Italia a mettersi in piedi.
Oggi con la nuova PAC
Oggi si cerca di incentivare e tutelare l’agricoltura estensiva. Diversi sono gli aspetti positivi che la contraddistinguono: si basa su pratiche che preservano il terreno e la biodiversità e riducono l’utilizzo di prodotti chimici.
Per tale ragione tra gli interventi riguardanti i pagamenti diretti della nuova PAC troviamo l’eco-schema 4 che prevede 162,6 milioni di € stanziati per l’avvicendamento almeno biennale con esclusione o riduzione dell’uso di fitofarmaci e di diserbanti di sintesi.
Gli Eco-schemi sono finanziati con il 25% della nuova PAC per favorire l’agricoltura sostenibile a dimostrazione che l’agricoltura estensiva è sostenibile e per questo va sostenuta.
Perché l’agricoltura estensiva è sostenibile
L’agricoltura estensiva favorisce la salute degli ecosistemi locali e può contribuire a ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura:
È un tipo di produzione che preserva le risorse naturali, la fertilità del suolo e la biodiversità utilizzando alcune tecniche proprie dell’agricoltura sostenibile (link all’articolo) come la rotazione delle colture e metodi naturali di controllo di parassiti.
Tuttavia, per essere sostenibile, deve essere gestita in modo oculato e adattata alle condizioni locali. Come ogni sistema agrario anche l’agricoltura estensiva in quanto tale può essere migliorata, innovare i suoi processi, a beneficio delle produzioni e dell’ambiente.
A differenza del passato può contare su politiche mirate e strumenti di gestione del rischio per la tutela delle coltivazioni dai cambiamenti climatici.
Non siamo più in epoca romana!
Dal 2011 tuteliamo gli agricoltori dai danni diretti dovuti a calamità naturali, guidandoli ai migliori investimenti assicurativi.