I tempi che stiamo vivendo sono tempi di grande trasformazione: le temperature aumentano, le precipitazioni sono sempre più imprevedibili e gli eventi meteorologici estremi, più frequenti e intensi.
Questi cambiamenti stanno avendo un impatto significativo su ecosistemi e comunità, mettendo a rischio la nostra biodiversità e influenzando il mo(n)do in cui viviamo.
A livello nazionale, nel 2023, in Italia gli eventi estremi sono saliti a 378, in aumento del 22% rispetto al 2022. Il Nord Italia, con 210 eventi meteorologici estremi, è stata l’area più colpita, seguita dal Centro (98) e dal Sud (70). 22 sono stati gli eventi estremi solo in Calabria.
I dati Arpacal mostrano che nei primi mesi del 2023 in Calabria è piovuto il 40% in meno rispetto alla media degli ultimi dieci anni. E le temperature continuano a salire.
Il rischio di desertificazione è aumentato del 30%, soprattutto sul versante ionico della regione. Fiumi come il Neto, il secondo più importante della Calabria, hanno visto le loro portate ridursi dell’80%. Anche le riserve idriche ne hanno risentito con una riduzione del 50% rispetto ai livelli normali.
Oltre alla crisi idrica, la Calabria è vulnerabile all’erosione costiera, con il 60% delle coste sabbiose a rischio. L’innalzamento del livello del mare e le tempeste più frequenti aggravano questa situazione, minacciando gli ecosistemi marini e le comunità costiere.
Come reagisce l’agricoltura
Ondate di calore, siccità e altri eventi estremi hanno spinto gli agricoltori a ricercare nuove opportunità per diversificare le coltivazioni, renderle redditizie.
Sempre più diffuso è l’uso di innesti e cloni come strategia per migliorare la resistenza delle coltivazioni. Gli agricoltori selezionano varietà di piante più forti per affrontare meglio la siccità e le malattie. Sviluppano cloni e nuovi innesti per nuove varietà che richiedono meno acqua e tollerano meglio il calore.
Le torride temperature di questa estate 2024, vicine ai 40° gradi o superiori ai 36 gradi, per molti giorni consecutivi che restano alte anche durante la notte, hanno ustionato le coltivazioni di pomodori, melanzane, peperoni e angurie. Gli effetti dei colpi di calore, rendono purtroppo le produzioni invendibili.
La Coldiretti Calabria ha chiesto alla Regione l’attivazione della dichiarazione dello stato di calamità naturale a causa della siccità record che si sta registrando su tutto il territorio provinciale.
Questi sforzi sono essenziali per sostenere l’economia agricola e dimostrano come possiamo reagire e rispondere ai danni dovuti ai cambiamenti climatici. Così come lo dimostrano le assicurazioni per le produzioni.
Come Condifesa Calabria ci impegniamo a ricercare soluzioni che siano d’aiuto alle imprese agricole per gestire questi nuovi rischi nel migliore dei modi.