Che cos’è la siccità ormai si sa. A ogni latitudine da nord a sud, la mancanza o diminuzione forte di pioggia ha interessato, e interessa, tutta l’Italia. Impatta sulla portata dei bacini, sulla disponibilità di acqua per l’irrigazione delle terre coltivate e di conseguenza sulla qualità e quantità delle produzioni. In alcune zone più che in altre!
Guardando alla Calabria, l’area più colpita da questo fenomeno è tutta la fascia ionica, in particolare Crotone dove, ad eccezione per gli episodi sporadici di pioggia alla fine febbraio 2024, non piove da più di quattro mesi.
Un periodo troppo lungo perché non ci siano effetti sull’attività agricola locale.
A rischio le coltivazioni di cereali e seminativi crotonesi
A Crotone nasce e cresce il grano duro più ricercato della Calabria ed è proprio la resa di queste coltivazioni a preoccupare gli agricoltori. Anche perché i cereali, il frumento in particolare, hanno sempre rappresentato un alimento primario per la regione, le radici di una cultura.
Per l’emergenza la regione ha attivato un tavolo di crisi lo scorso 15 febbraio 2024 con i vertici dei Dipartimenti agricoltura e ambiente, i rappresentanti della Provincia di Crotone e dei Comuni di Crotone, Isola Capo Rizzuto, Cutro, Rocca di Neto e Cirò Marina, i referenti di Consorzio di Bonifica, Sorical e A2A, la società di gestione dei bacini idrici silani.
Ma per l’agricoltura non basta e gli agricoltori si dicono giustamente preoccupati.
A proposito del grano, anche nel 2022 Coldiretti registrava che in tutta Italia
la riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni in campo come il grano fa segnare quest’anno un calo del 15% delle rese alla raccolta ma in difficoltà ci sono girasole, mais, e gli altri cereali ma anche quella dei foraggi per l’alimentazione degli animali e di ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere. Con il picco del caldo da bollino arancione in molte città e la carenza idrica, rischia di aumentare la dipendenza dall’estero da dove arriva il 64% del grano tenero che serve per pane, biscotti, dolci, il 47% del mais per l’alimentazione delle stalle, il 44% del grano duro per la pasta e il 27% dell’orzo, secondo la Coldiretti.
[Fonte ilpuntocoldiretti.it]
Per compensare le perdite e prevenire gli effetti dei cambiamenti climatici, gli strumenti di gestione del rischio si rivelano una sicurezza per tutelare il lavoro e la resa delle coltivazioni.
Il Fondo AgriCAT per sostenere i danni della siccità
Come Consorzio di Difesa delle Produzioni Agricole in Calabria seguiamo la siccità nel Crotonese con profonda solidarietà per le imprese colpite, e nello stesso tempo con reattività. Il nostro obiettivo è poter dare soluzioni che tutelino le produzioni da eventi come la siccità. Avversità che causano danni alle produzioni vegetali, non più così rare e inaspettate.
Per questo dal 2023 è stato attivato il fondo mutualistico nazionale a copertura dei danni alle produzioni vegetali da avversità catastrofali (come la siccità). Da qui il nome: Fondo AgriCAT.
Il fondo AgriCAT è uno strumento di gestione del rischio che protegge le aziende agricole. Da Nord a Sud. Grazie al fondo AgriCAT gli eventi catastrofali saranno pagati a tutti gli agricoltori che percepiscono aiuti diretti e hanno subìto danni.
Gli strumenti ci sono, è il momento per le imprese agricole di agire, per difendere le produzioni future e il futuro delle produzioni!
Anche per il 2024 le imprese agricole calabresi potranno assicurare ortaggi e frutta.