È un dato di fatto: la guerra in Ucraina e l’instabilità politica ed economica che sono susseguite stanno influenzando la reperibilità e i prezzi di diverse materie prime alimentari e potrebbero avere un impatto indiretto sulla disponibilità di cereali in Italia. Già la pandemia aveva determinato un aumento dei costi di trasporto e un rallentamento delle forniture globali a causa di problemi logistici dovuti all’improvvisa crescita della domanda.
Ricorderemo tutti, soprattutto durante la prima ondata, la corsa alle scorte di farina e similari.La paura di restare a corto di alimenti a base di grano e cereali ha scatenato acquisti compulsivi di farina, lievito e olio con sprechi ingiustificati che hanno rischiato di intaccare la nostra sicurezza alimentare.
Il concetto di sicurezza alimentare è stato elaborato per la prima volta nel 1996 al World Food Summit e riguarda la possibilità di avere a disposizione cibi nutrienti. “Tutte le persone in ogni momento, hanno accesso fisico, sociale ed economico ad alimenti sufficienti, sicuri, nutrienti che garantiscano le loro necessità e preferenze alimentari per condurre una vita attiva e sana
Andamento prezzi cereali
Dall’inizio del conflitto russo-ucraino ad oggi poi “i prezzi dei seminativi rilevati in Italia sulle principali piazze di contrattazione e aggiornati ad aprile 2022 hanno registrato ulteriori rincari su base mensile, ad eccezione del mais per il quale si rileva un lieve ripiegamento dei listini”. È quanto evidenzia Ismea nella terza nota di aggiornamento sull’evoluzione dell’impatto del conflitto sui mercati dei cereali e della soia.
“In particolare, il prezzo del frumento duro conferma una sostanziale stabilizzazione dei listini, dopo i record dello scorso novembre e gennaio; ad aprile, infatti, il prezzo è stato pari a 503,66 euro/t (+84,2% rispetto aprile 2020, +86,5% su aprile 2021 e + 1,4% sul mese precedente). Per tale prodotto, come si è già specificato, il conflitto in atto non ha alcuna connessione diretta in ragione del fatto che produzione ed esportazione mondiale sono influenzate dal Canada, che nel 2021 ha perso il 60% dei propri raccolti; è pur vero che, la produzione mondiale e canadese nel 2022/23 dovrebbe recuperare le perdite dello scorso anno e innescare potenzialmente un’inversione dell’attuale tendenza dei listini.
Nel caso del frumento tenero, i prezzi sono rimasti molto sensibili agli sviluppi nella regione del Mar Nero durante l’ultimo mese. Tuttavia, nelle prime due settimane di aprile i mercati si sono ritirati dai livelli storicamente elevati registrati a fine marzo in seguito agli apparenti progressi percepiti nei colloqui Russia-Ucraina; successivamente le quotazioni hanno ripreso a salire in ragione della evoluzione del conflitto che non sta facendo prefigurare una prossima risoluzione, confermando la sostanziale indisponibilità sul mercato internazionale della produzione russa e ucraina, che rappresentano insieme il 15% dei raccolti mondiali e soddisfano circa il 30% delle esportazioni, per un periodo attualmente difficile da immaginare. Il prezzo medio nazionale del frumento tenero nel mese di aprile ha raggiunto 398,95 euro/t: +70,9% tendenziale e +2,1% sul mese precedente.”
È disponibile il report completo aggiornato con le proiezioni della campagna di commercializzazione 2022/2023 dei cereali.
In Italia la maggior parte dei cereali coltivati vengono utilizzati per la produzione alimentare, la nutrizione degli allevamenti, da cui deriva la carne che consumiamo, e per la produzione di biocarburanti. Vediamo le principali tipologie di cereali presenti nella nostra penisola.
Quali sono i cereali coltivati in Italia
I cereali sono una parte importante della dieta italiana. Coltivati da secoli nel nostro paese i più comuni sono il frumento (tenero e duro), l’orzo, il mais e il riso.
Il frumento è la coltura cerealicola maggiormente diffusa, con oltre 3 milioni di ettari coltivati soprattutto nel Nord e Centro Italia. Lo utilizziamo per la produzione di pane, pasta e pizza, piatti iconici della cucina italiana e che esportiamo in tutto il mondo.
L’Italia è il quarto produttore mondiale di frumento tenero, con le regioni del Nord, come la Lombardia e il Veneto, che rappresentano le maggiori aree di produzione.
L’orzo è principalmente utilizzato per la produzione di birra, ma anche per la produzione di farina e cibo per animali. Il mais è utilizzato per la produzione di farina, come alimento per gli animali e per la produzione di biocarburanti.
Il riso è un’altra coltura cerealicola caratteristica soprattutto di alcune regioni d’Italia, soprattutto nel Nord Italia e nella pianura Padana. In Calabria si distingue il riso della piana di Sibari. Seicento ettari di produzione esportata a livello nazionale e internazionale.
Quando seminare i cereali
Il periodo migliore per seminare cereali dipende dalla zona geografica e dalle condizioni climatiche specifiche. In generale, i cereali vengono seminati in primavera, tra marzo e maggio, quando il terreno è asciutto e caldo abbastanza per favorire la germinazione.
Tuttavia, in alcune zone con inverni più miti, è possibile seminare i cereali anche in autunno, per poi raccoglierli in primavera successiva. È importante verificare le condizioni climatiche locali e seguire le raccomandazioni di professionisti e professioniste del settore agricolo per determinare il momento migliore per seminare i cereali nella propria zona.
Quali sono i cereali migliori per il territorio calabrese
Oggi, dopo esser stata sottostimata per tanto tempo, la coltivazione di cereali ha riacquistato valore grazie anche alla rinnovata attenzione per la provenienza delle materie prime.
In Calabria, i cereali più coltivati sono il grano duro, il grano tenero e l’orzo. Il grano duro è il cereale più diffuso nella regione, utilizzato soprattutto per la produzione di pasta di alta qualità. Il grano tenero invece, viene utilizzato per la produzione di farina da pane. L’orzo invece, è utilizzato principalmente per la produzione di birra. Inoltre, in alcune zone della Calabria si coltiva anche il mais.
Il Triticum, conosciuto meglio con il nome di frumento o grano, appartiene alla famiglia della Graminaceae o Poaceae. Solitamente, viene distinto in frumento duro e frumento tenero. In Calabria coltiviamo varietà di grano duro antiche e moderne, tra queste: Senatore Cappelli, Verna, Saragolla, Etrusco, Farro, Iermano, Maiorca, Rubeum, Simeto. La principale area di produzione è la provincia crotonese.
Così come il frumento, anche l’orzo è un cereale antichissimo. Le numerose forme di orzo coltivate appartengono alla specie Hordeum vulgare e vengono distinte in base al numero di file di granelli della spiga.
I cereali risalgono a circa 10.000 anni fa, quando le popolazioni del Vicino Oriente iniziarono a praticare l’agricoltura e a coltivare grani come il frumento, l’orzo e l’avena. Con l’espandersi dell’agricoltura, i cereali divennero una delle principali fonti di cibo per le popolazioni del mondo antico. In Egitto, ad esempio, il frumento era considerato un simbolo di abbondanza e veniva utilizzato per fare pane e altri alimenti. Anche nell’antica Grecia e nell’antica Roma i cereali erano una parte importante della dieta.
Nel Medioevo, i monaci iniziarono a coltivare cereali in Europa e a sviluppare nuove varietà. Nei secoli successivi l’agricoltura dei cereali si diffuse in tutto il mondo, diventando una delle principali fonti di cibo per le popolazioni rurali. Con l’avvento dell’industria alimentare nel XIX secolo, i cereali divennero sempre più popolari e disponibili. Oggi, i cereali sono una parte importante della dieta di molte persone in tutto il mondo e vengono utilizzati per fare pane, pasta, cereali per la colazione e altri alimenti.
La tutela delle produzioni cerealicole calabresi
All’interno di un’agricoltura molto diversificata, come quella calabrese, dove troviamo anche la cipolla, la patata, le olive da olio, i finocchi, frutti tropicali come l’actinidia o subtropicali come l’avocado, l’agrumicoltura, i cereali rappresentano solo una parte della produzione agricola. Tuttavia, essi sono e saranno sempre fondamentali come forma di nutrimento e un valore per la nostra economia con cui produciamo prodotti di qualità che vengono esportati in tutto il mondo.
Per questo motivo anche quest’anno è stata attivata la campagna assicurativa autunno-vernini per i cereali. Grazie all’impegno del nostro Consorzio e alla partnership con Generali Italia, è possibile assicurare i cereali da tutte le avversità atmosferiche – catastrofali, di frequenza e accessorie – dalla semina fino alla raccolta.